Tra tutte le preparazioni della cucina italiana, dobbiamo ammettere che ce ne siano diversi che incontrano parecchi pareri restii, sia nell’assaggiare il piatto che nell’approvare l’ingrediente in sé. Tra questi abbiamo sicuramente ricette con il nero di seppia, il sanguinaccio di maiale, il pane con la milza o la trippa in tutte le sue preparazioni. Quest’ultima, in particolare, è un tipo di rivestimento proveniente da alcune parti dello stomaco e prestomaco di diversi animali, solitamente bovini, suini e ovini. Tra i tagli più conosciuti, ad esempio, ci sono sicuramente la trippa di maiale e quella di manzo. A seconda di quali siano i punti di provenienza del prodotto, poi, questo può presentare diverse consistenze: liscio, ruvido o con il tipico reticolato.
Anche in questo caso, poi, a seconda del luogo dove si produce, ogni paese ha la sua versione, anche solo facendo una brevissima scorpacciata sul vecchio e caro Google potrete accorgervi in men che non si dica che esiste la trippa alla romana, alla milanese, alla genovese, alla napoletana, alla fiorentina, alla veneta, alla toscana, alla ligure ed anche alla parmiggiana, al sugo ed alla palermitana. È chiaro, poi, che ogni versione sarà a sé, dunque noi, per conoscere i valori nutrizionali di questo prodotto, ci concentreremo sul taglio a crduo. Eventuali aggiunzioni, condimenti o tipi di cottura (vedi per la trippa fritta) chiaramente apporteranno altri valori e, chiaramente, altre calorie.
Trippa: i valori nutrizionali
Per essere ancora più precisi, specifichiamo che parliamo della trippa di manzo. Essa, al contrario di come l’opinione generale crede, non è un alimento così esageratamente grasso o calorico, per 100g di prodotto, infatti, contiene: 85 Kcal, soli 3,69g di grassi, 12 grammi di proteine, e 84g d’acqua. Allo stesso tempo, non c’è nessuna presenza di carboidrati e quindi zuccheri, nè di fibre. Si presenta, invece, abbastanza ricca di sali minerali come sodio, calcio, potassio e fosforo. Fino a qui, potrebbe sembrare uno dei piatti più salutari in assoluto, vista anche la presenza di alcune vitamine come B2, B3, B5, B6 e B12; sta di fatto, in effetti, che il problema della trippa non siano tanto i grassi o le calorie, bensì il colesterolo.
Essa, infatti, su 100g di prodotto ne contiene ben 122 megagrammi; il che, decisamente, la rende un alimento a cui prestare attenzione, specialmente in presenza di una predisposizione già grave in partenza. Il colesterolo, infatti, si annida nelle arterie ostruendo il passaggio del sangue, cosa che potrebbe causare infarti o ictus. In conclusione, possiamo dire che il piatto di per sé non fa male ma bisogna fare sempre attenzione alle quantità in cui si assume e alla frequenza.